“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Cialente rischia la carica
Il prefetto Francesco Alecci diffida il sindaco di L'Aquila: «Rimetta il tricolore o dovrò rimuoverla»
L'AQUILA. CIALENTE DIFFIDATO: «RIMETTI IL TRICOLORE O TI RIMUOVO DA SINDACO». «Ricevo in questo momento dal Prefetto della Provincia dell’Aquila, un decreto che mi diffida formalmente a porre termine con immediatezza alla mia azione di protesta, assunta istituzionalmente da me e dalla Giunta della Città terremotata capoluogo di regione Abruzzo, L’Aquila, disponendo l’immediata ricollocazione della bandiera nazionale sugli edifici pubblici del Comune ed alla riacquisizione subito della mia fascia tricolore della quale dovrei fare “sempre un uso rispettoso delle norme di legge vigenti”». Con queste parole inizia la lettera, inviata al Governo (Letta, Alfano etc), del sindaco di L'Aquila Massimo Cialente in riferimento al provvedimento firmato dal prefetto Francesco Alecci. Cialente comunico di respingere la diffida ed il decreto ma si aspetta che Governo Italiano «che certamente era a conoscenza di questo decreto di diffida e probabilmente ispirandolo, si assuma la responsabilità di rimuovermi da sindaco, oggi stesso o domani al massimo». Nella narrazione del decreto si riporta testualmente che l’atto di rimuovere le bandiere e di aver restituito la fascia “crea potenziali turbative all’ordine ed alla sicurezza pubblica” oltre che turbative ai “sentimenti delle giovani generazioni rimuovendo le bandiere dalle scuole”.
IL SINDACO: "MI TRATTANO COME UN MAFIOSO". «Sono allibito. Mi hanno trattato come un sindaco mafioso», ha concluso Cialente.. «Da uomo delle Istituzioni quale so di essere, ricordo a tutti che la bandiera, simbolo della Patria, non si onora in modo formale, ma rispettandola anzitutto con azioni di responsabilità e dovere istituzionale, a cominciare dallo Stato e dai Governi che, invece, non hanno assolto il loro compito nei confronti della più grande tragedia naturale degli ultimi cento anni. I bambini non si turbano perché non vedono il tricolore!».
Redazione Independent