“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Cialente e la "Lista dei Morosi": «Noi non li sfatteremo»
Il primo cittadino di L'Aquila citato per danno erariale da 12 milioni scrive a Napolitano e Renzi: «Ci pensino loro a farlo»
MASSIMO SCRIVE A RENZI E NAPOLITANO. Sono115 nuclei familiari per lo più di nazionalità italiana e costituiti, in particolare, da donne sole con figli. Stiamo parlando della nota vicenda della citazione in giudizio del Primo Cittadino del Capoluogo d'Abruzzo Massimo Cialente, il sindaco più famoso del mondo, e dell'indagine della Guardia di Finanza, su mandato dellla Procura della Corte dei Conti d’Abruzzo. Oggetto della contesa il mancato sfratto di queste famiglie che l’Amministrazione Comunale ed in particolare il Sindaco dell’Aquila non abbia proceduto agli sfratti per “mero calcolo di tornaconto politico” e che non sussistono problemi di ordine pubblico nel cacciare, come bestie, queste famiglie dalle abitazioni. "L’Amministrazione Comunale dell’Aquila non eseguirà gli sfratti", precisa Cialente. "Ma poiché lo Stato è uno ed uno soltanto, appellandomi anche al Presidente della Repubblica, a fronte dell’atto di citazione, mi aspetto che nei prossimi giorni da parte del Prefetto e del Governo, in particolare nella figura del Ministro dell’Interno, si proceda di fronte agli occhi del paese a sfrattare queste famiglie".
L'AQUILA NON SFRATTERA I MOROSI. Cialente lancia la sfida alle Istituzioni. "Se il Ministro dell’Interno - dice - dovesse convocare un Comitato per l’Ordine Pubblico al fine di avviare gli sfratti, comunico che il Comune dell’Aquila, membro di diritto del Comitato stesso, non parteciperà, poiché quanto doveva comunicare o verbalizzare è stato già reso nella drammatica riunione del 14 febbraio 2014". Una situazione esplosiva che potrebbe portare a gravissimi problemi di ordine pubblico e che qualsiasi soluzione verrà individuata avrà costi per l’erario di gran lunga superiori rispetto alla soluzione trovata dall’Amministrazione Comunale dell’Aquila. "Ribadisco - conclude il sindaco - che mi assumo in prima persona le responsabilità politiche, contabili ed eventualmente penali di quanto fatto e di quanto si dovesse ancora fare, assorbendo le responsabilità di tutti i miei collaboratori politici e dei dipendenti del Comune perché è arrivato il momento che in Italia si riscopra l’etica della responsabilità e dei gesti operati in scienza e coscienza. Nel contempo chiedo allo Stato in tutte le sue articolazioni, appellandomi al Presidente della Repubblica, di fare altrettanto. Fino in fondo difenderò questa città distrutta da una tragedia che non ha precedenti negli ultimi cento anni, abbandonata dallo Stato, che non manca occasione per tentare di denigrare la dignità ed il coraggio di un intero popolo. Alle italiane ed agli italiani, che ci sono stati vicini sin dall’inizio, comunico che il numero dei morosi del Progetto C.A.S.E. e M.A.P., famiglie terremotate e che hanno perso il lavoro, è pari al 6% di coloro che avrebbero dovuto pagare. La percentuale in Italia di morosi degli alloggi di Residenza Pubblica supera di gran lunga il 20%, tranne Bolzano che è ferma al 5%. Trasmetto questo dato per ribadire l’orgoglio delle aquilane e degli aquilani".
Redazione Indepedent