“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Chieti. Il Comune al collasso?
Sembra insostenibile il peso dei debiti fuori bilancio: 7,5 milioni. I Revisori non certificano il Patto di Stabilità 2011
SFORATO IL PATTO DI STABILITA'?- C'è confusione circa la situazione economica-finanziaria del Comune di Chieti, oberato dal peso di circa 7,5 milioni di euro di debiti fuori bilancio e di cui 2,5 milioni per spese legali, more ed interessi di varia natura. Da tempo, infatti, circolava la voce che il Comune, amministrato da Umberto Di Primio, fosse prossimo al dissesto finanziario e per questo erano state annunciate - anche dal Primo Cittadino in persona - delle misure circa l'innalzamento delle tasse agli abitanti del Capoluogo teatino. La responsabilità di questa situazione sembrerebbe essere dovuta, in gran parte, al mancato pagamento delle bollette Aca, durante la gestione Ricci oltre ad una vertenza con una ditta per dei lavori durante i giochi di Eurobasket. Sulla base delle ultime dichiarazioni del Sindaco non ha sorpreso, dunque, la mancata certificazione da parte del Collegio dei revisori, sul Patto di Stabilità 2011.
DI PRIMIO: «OBIETTIVI RISPETTATI» - «Premesso - ha scritto in una nota ufficiale il Sindaco Di Primio - che entro il 31 marzo di ogni anno ciascun Ente deve inviare al Ministero dell’Economia e delle Finanze la certificazione relativa al rispetto del Patto di Stabilità interno, sottolineo che, per quanto riguarda il Comune di Chieti, esso risulta essere rispettato, tanto che la differenza fra saldo annuale e obiettivo finanziario ha una misura di ben quattro punti inferiore al limite imposto dal MEF». Nonostante tale attestazione, però, il Collegio dei Revisori del Comune, sabato 31 marzo 2012, ha deciso di non apporre la propria firma su tale certificazione, perché convinto di alcune irregolarità riscontrate a campione. Un caso risolvibile oppure è la prova che il Comune di Chieti è ormai prossimo al dissesto finanziario?
IL PESO DELLA MALA GESTIO - Dunque, che il Comune di Chieti - come moltissimi Enti di questo povero e martoriato Abruzzo - non navighi in buone acque sembra piuttosto assodato. Per il Sindaco Di Primio la responsabilità di questa situazione è tutta da individuare nella "mala gestio" delle precedenti Amministrazioni teatine. «Oggi con grandi sacrifici, spirito di servizio, amore per la città e senso di responsabilità personale ed istituzionale - ha aggiunto Di Primio - stiamo cercando di salvare il salvabile e siamo di fronte ad un bivio: perseverare nell’errore, come hanno fatto tutti i miei predecessori, oppure invertire la rotta con decisioni semplici ma drastiche. È inutile - ha detto - che vi dica che la seconda scelta, invertire la rotta, è la strada che ha intrapreso la mia Amministrazione attraverso la stessa riorganizzazione del lavoro dei vertici comunali, ovvero, le dirigenze, delle quali, anche grazie all’OIV, provvederemo a verificare la produttività. Ciò che di sbagliato si è fatto fino ad oggi non verrà più permesso!». Si, certo! Ma il futuro?
INVERTIRE LA ROTTA MA ORA? - Invertire la rotta, mettere freno alle spese ingiustifficate ed intervenire per aumentare la produttività della macchina amministrativa è sicuramente una via, anche efficace. Ma, per ora, per evitare il dissesto finanziario come si dovrà operare? Ovviamente si ricorrerà all'inevitabile scelta fiscale: aumentare l'addizionale Irpef, la Tarsu ed approfittare dell'introduzione della neonata Imu. Probabilmente sarà così, ma i cittadini come la pensano? Intanto sul fronte fiscale DI Primio ha annunciato che si opporrà con tutte le forze per evitare il pericolo della sanzione alla quale si andrebbe incontro per la mancata sottoscrizione del Certificato da parte del Collegio dei Revisori. «Ho già chiesto - si legge nel comunicato - per il tramite di Anci, di intervenire presso il Ministero dell’Economia per sapere se sia possibile che una amministrazione comunale debba sottostare alle perplessità, non certificate né verificate, del Collegio dei Revisori dei Conti e subire sanzioni previste dalla violazione del Patto di Stabilità». Basterà? Sospettiamo che il Governo Monti - impegnato in questi tempi con altre grosse gatte da pelare - non sia troppo propenso ad ascoltare questioni di natura tecnica.
LE SANZIONI PREVISTE - Per quanto riguarda il meccanismo sanzionatorio del Patto di Stabilità interno c'è il rischio forte di incappare nel mancato trasferimento erariale da parte dello Stato. La sanzione si applica a quei Comuni che hanno sforato i parametri del Patto. Poi, ancora: il divieto di impegnare la spesa in misura superiore all’importo medio annuo degli ultimi tre anni. Dunque, una cifra - stando quanto riportato dal Sindaco - che si aggirerebbe intorno ai 500mila euro per il 2012. C'è pure il divieto di ricorrere ad investimenti e, dunque, l'impossibilità di realizzare delle opere pubbliche e le manutenzioni. Infine, il blocco delle assunzioni (divieto assoluto di assumere nuovo personale) e la riduzione dei compensi del 30% alla Giunta e ai Consiglieri.
Marco Le Boeuf