“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Chi ce l'ha con il sindaco Testa? L'Abruzzo brucia troppo
A fuoco ben tre auto appartenenti al primo cittadino di Tagliacozzo. Erano parcheggiate sotto casa. Si ipotizza il dolo (ma va?)
TAGLIACOZZO, A FUOCO TRE AUTO. Un incendio molto probabilmente di origine dolosa (e, francamente, ci sarebbe da stupirsi del contrario) ha distrutto l'altra notte tre auto di proprietà del sindaco di Tagliacozzo, Maurizio Di Marco Testa, e della sua famiglia. I veicoli, una Mini Cooper, un'Alfa e una Fiat 500, erano parcheggiati sotto l'abitazione del primo cittadino. Sul posto sono intervenuti i Vigili del fuoco di Avezzano, che hanno impiegato oltre un'ora per domare le fiamme, e i Carabinieri di Tagliacozzo, che stanno svolgendo le indagini di rito per accertare le cause dell'incendio e identificare gli eventuali autori del gesto, qualora se ne accertasse la natura dolosa. Numerosi gli attestati a Testa da parte del mondo della politica, e lui ha risposto dichiarando che non si lascerà spaventare: «Alla mia popolazione posso solo dire che non mi lascio intimorire e che la paura mai mi congelerà gli arti e le meningi. Continuerò a lavorare da sindaco per la mia città».
FUOCO INTIMIDATORIO. Sembrerebbe dunque prendere corpo la pista dell'atto intimidatorio (non si sa bene per quale ragione), paventata sotto traccia dallo stesso Testa, ma a noi in questa sede - pur esprimendo la massima solidarietà al primo cittadino di Tagliacozzo - preme riflettere su un'altra questione: l'Abruzzo, ultimamente, sta andando a fuoco un po' troppo spesso. Tra atti vandalici, tentativi di estorsione e altro, il fuoco nella nostra regione è diventato quasi un'abitudine. Non lo diciamo noi, ma la relazione D.I.A. nazionale sull’infiltrazione delle mafie in Abruzzo, che ha specificato come, nella ricostruzione a L’Aquila e nel litorale adriatico, Camorra e Ndrangheta siano ormai presenti in pianta stabile. Nel 2013 sono stati riconosciuti 56 reati di estorsione, e i dati del ministero vedevano la provincia di Pescara all’11esimo posto in Italia in rapporto agli abitanti, 17,37 ogni 100mila (Napoli, un gradino sopra, è 17,81 su 100mila).
PESCARA BRUCIA, MA IL RESTO NON VA MEGLIO. La città di Pescara si colloca sopra a Reggio Calabria, Cosenza, Ragusa, Enna, Sassari e Agrigento, mentre i dati del Ministero relativi al 2014 indicano proprio Pescara, insieme a Foggia e Siracusa, al vertice della classifica nazionale relativa alle estorsioni. Forse anche per questo Davide Ferrone dell'Associazione Antimafie Rita Atria ha chiesto, giustamente, di smetterla di derubricare simili episodi a semplici gesti da teppisti e via dicendo, perchè qualcosa ormai cova sotto la cenere - e anche sopra - in maniera sempre più insistente. Non dimentichiamo, poi, ciò che accade da troppo tempo anche a Vasto e dintorni. Ora ci mancava solo la tranquilla Tagliacozzo. Noi di Abruzzo Independent chiediamo alle forze dell'ordine di continuare sempre a mantenere alta l'attenzione perchè riteniamo che, nella nostra terra, stia accadendo qualcosa che non va assolutamente sottovalutato. E che brucia, sia nei nostri cuori che fuori.
Redazione IN