“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Chi aiuterà il Delfino, orgoglio d'Abruzzo
Dagli Stati Uniti arriva una proposta per risolvere i guai della Pescara Calcio. Ma è una ipotesi realmente percorribile quella dell'azionariato popolare?
CHI AIUTERA' IL DELFINO, ORGOGLIO D'ABRUZZO? Caro Direttore, gli abruzzesi per anni (anche se saltuariamente) si sono sentiti orgogliosi di poter dire che nella nostra regione "c'e' una squadra di calcio in serie A". Pescara, naturalmente. L'ultima volta che ho visto il Pescara in azione fu nell'incontro con il Milan. Io ero in Italia per una breve vacanza. Lo stadio era esaurito. Entusiasmo sugli spalti. Sentii dialetti teramani, teatini, perfino aquilani. Li noti subito quando manchi da casa... Oggi la squadra di Pescara versa in cattive acque. Dalla B pare che potrebbe addirittura scendere nella C. Devo ancora una volta (ma non mi fa piacere farlo) portare ad esempio quanto succede negli Stati Uniti in situazioni piu' o meno analoghe. Ebbene, la popolazione di quello Stato si muove d'amore e d'accordo e fa tutto quanto e' necessario per risolvere il problema. Qual e' oggi il problema del Pescara? Ha bisogno di giocatori migliori. E per avere giocatori migliori ha bisogno di euro, tanti euro. Qual e' la popolazione d'Abruzzo? Un milione 300mila? Potrebbero mettere assieme una discreta somma per permettere alla societa' di fare gli acquisti necessari. Qualcuno sicuramente dira': quel tipo sogna. Forse. Ma chissa' se gli abruzzesi capiranno che cosa vorrebbe dire "salvare" una squadra di casa nostra dall'umiliazione che sembra attendere all'angolo. Shakespeare, sorridendo, parlo' di un "sogno d'una notte di mezza estate". Per noi, il nostro sogno e' di oggi.