“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
‘Censure’ nostrane: annullato il concerto delle pianiste russe
Succede al Marrucino dove, secondo gli organizzatori e la politica teatina, ci sarebbero problemi logistici
Se c'è un modo sbagliato di opporsi a Putin per l'invasione dell'Ucraina, è quello di censurare gli artisti russi o annullare, come è successo all'università Bicocca di Milano, il corso tenuto dal prof. Paolo Nori su Dostoevskij. Al teatro Marrucino di Chieti è successo qualcosa di simile quando il 20 marzo scorso su FB appariva un laconico comunicato che annunciava il rinvio del concerto di due pianiste russe, senza spiegarne il motivio. Il sospetto viene perchè il cartellone prevedeva appunto una performance delle musiciste Sofia Sakhnova e Antonia Luzko che avrebbero dovuto suonare pezzi di Tchaikovsky, Brahms, Offenbach, Glazunov e Borodin. Però mentre l'università Bicocca ha fatto un passo indietro annunciando che “Il corso del professor Paolo Nori si terrà", le giustificazioni dei responsabili del Marrucino, non sono ancora arrivate e quelle riportate da ‘Il Centro’, appaiono contraddittorie. Per il presidente della Deputazione teatrale Giustino Angeloni «La politica non c’entra niente e in teatro non entra», «una delle due pianiste ha la febbre ed è indisponibile: forse ha il Covid». Il sospetto si fa ancor più fondato, sempre secondo quanto riferisce ‘Il Centro’, in quanto Il vice sindaco e assessore alla cultura Paolo De Cesare premette: «Io sono per la pace». E poi spiega: «In ogni caso dietro al rinvio c’è un motivo logistico: con la sospensione dei voli da Mosca, le pianiste non sono riuscite a partire. Forse, è meglio così».Il sospetto è che andando di questo passo censurando scrittori come Dostoevskij e spettacoli come il concerto delle due pianiste russe (come è legittimo pensare in assenza di smentite), si corre il rischio di giustificare che sia buono e giusto censurare non solo chi la pensa diversamente da noi, ma anche i russi per il solo fatto di essere russi e provenire quindi dal paese dellla ex cortina di ferro.