“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Camorra a Casalesi ancora nel business miliardario della ricostruzione
il rapporto semestrale della Direzione investigativa antimafia, svelata oggi da Il Messaggero, parla di una permanenza nel Capoluogo d'Abruzzo dei clan della Campania
LE MANI DELLA CAMORRA SU L'AQUILA. “In Abruzzo operano personaggi legati a sodalizi criminali interessati alla ricostruzione post terremoto, in investimenti di capitali illeciti nel settore turistico-alberghiero, nell’acquisto di immobili, in attività commerciali e traffici di stupefacenti, questi ultimi reperiti sul mercato napoletano, ma anche su traffici illeciti di rifiuti nei quali sono coinvolti imprenditori”. Così il rapporto semestrale della Direzione investigativa antimafia, riportata oggi da Il Messaggero, parla di una permanenza all’Aquila di “problemi legati alla ricostruzione per la quale è stato previsto il finanziamento pubblico dell’edilizia privata che rende più complesso i controlli finalizzati ad evitare infiltrazioni delle organizzazioni criminali nella realizzazione delle opere”. Gli investigatori della Dia - carabinieri, polizia e guardia di Finanza – hanno calcolato che i fondi pubblici erogati da aprile 2013 a febbraio 2014 per l’edilizia privata ammontano a circa il 90 per cento dell’intera attività di ricostruzione.
IL RUOLO DEI CASALESI. Il clan dei Casalesi, secondo il rapporto, è il gruppo criminale maggiormente coinvolto negli affari della ricostruzione nel Capoluogo d'Abruzzo. Nel secondo semestre del 2014 la Prefettura di L'Aquila ha emesso 5 informazioni interdittive, 3 delle quali nei confronti di imprese impegnate nella ricostruzione pubblica e due in quella privata. Di queste una sola aveva sede legale all’Aquila, le altre tutte in aree geografiche campane. Nella relazione non mancano riferimenti alla insufficienza normativa per arginare il fenomeno nella ricostruzione privata. Una decina di collaboratori di giustizia hanno spiegato ai magistrati il modus operandi e gli agganci locali che hanno consentito alle cosche di mettere piede all’Aquila.
Redazione Independent