“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Camera Csx. Duello al Senato
I sondaggi: davanti Pd+Sel ma al Senato c'è incertezza. Il ruolo del terzo incomodo (Monti) e il patto in Lombardia
IL CENTRO-SINISTRA IN VANTAGGIO ALLA CAMERA. Tutti i sondaggi danno il centro-sinistra in forte vantaggio alla Camera, attorno al 40%, dove Bersani, Vendola, Psi, grazie al Porcellum, dovrebbero avere la maggioranza assoluta. In bilico invece è l'esito del Senato per il diverso sistema elettorale. Infatti mentre per la camera è previsto un unico premio di maggioranza, al Senato, invece, la legge ne attribuisce uno per ogni regione e così, diluendo il premio, la supremazia di una coalizione sull'altra diventa meno netta.
PAREGGIO AL SENATO. A conti fatti il centro-sinistra per ottenere la maggioranza al Senato, dovrebbe aggiudicarsi il Lazio e in più almeno una delle tre regioni Lombardia, Veneto e Sicilia. Nel Lazio il centro-sinistra è in vantaggio sul centro-destra, in Sicilia al contrario è la destra ad essere in vantaggio, e in Lombardia e Veneto le due coalizioni sono in sostanziale pareggio. Purtroppo, come è accaduto col governo Prodi, una risicata maggioranza al Senato provocherebbe l'ingovernabilità del paese. Berlusconi, che si destreggia bene con i sondaggi punta proprio a questo: ad ottenere un sostanziale pareggio che gli permetterebbe di far cadere un eventuale governo Bersani grazie alla sua nota capacità di convincere i Senatori dell'altro fronte a farsi franchi tiratori e impallinare il governo.
DECISIVA LA LOMBARDIA. E' per questo motivo che una battaglia senza esclusione di colpi si sta disputando in Lombardia. Berlusconi e Lega, che fino a ieri giurava che mai avrebbe appoggiato il Re di Arcore, hanno invece raggiunto l'accordo che prevede il PDL in aiuto alla Lega per mandare Maroni al governo della regione. Che poi il patto sia finalizzato esclusivamente a scopi elettorali, è un dettaglio e lo dimostra il fatto che i due partiti ancora riescono a mettersi d'accordo sul nome del candidato premier: Berlusconi, manco a dirlo, vorrebbe essere lui il capo della coalizione, mentre Maroni lo esclude categoricamente e propone Tremonti, che però Berlusconi non gradisce. Presumibilmente, data l'importanza della posta in gioco, un accordo si troverà magari sulla figura di Alfano.
IL TERZO INCOMODO, MA NON TANTO, E' MARIO MONTI. Nel frattempo Piero Ichino, che era uscito dal PD, si candida al Senato in Lombardia insieme a Mario Mauro transfuga del PDL. Albertini, vistosi abbandonato da Berlusconi, da CL e da Formigoni, fino a ieri suoi strenui sostenitori, non molla la candidatura alla regione Lombardia e rilancia accettando quella nelle file della lista "con Monti per L'Italia", dove con Ichino e Mauro, formeranno il tridente montiano. Per Salvini della Lega Albertini cerca un seggio al Senato "perché sa di perdere in Lombardia".
BERSANI: MONTI IN AIUTO A PDL E LEGA. Quando Piero Ichino si è candidato nella lista "con Monti per l'Italia", Bersani ha cominciato a masticare amaro temendo uno spostamento al centro dei suoi elettori. Quando poi Monti ha appoggiato l'ex sindaco di Milano Albertini alla Regione Lombardia e lo ha inserito nella lista per il Senato, ha abbandonato i toni concilianti verso il bocconiano e ha dichiarato indispettito "dica contro chi combatte. Se vuole aiutare Berlusconi e la Lega, io rompo definitivamente".
IL LAVORO AL PRIMO POSTO (PD E SEL). Il centro-sinistra che alla regione appoggia la lista civica di Umbero Ambrosoli, figlio di di Giorgio Ambrosoli assassinato nel 1979 da un sicario ingaggiato da Michele Sindona, punta sul programma e chiede al giovane candidato di inserire al primo posto del programma il lavoro. Un successo, non facilmente raggiungibile alla regione, si rifletterebbe indubbiamente su quelle politiche ed in particolare su quelle per il Senato in Lombardia, ago della bilancia del governo del paese.
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