“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Calcio. L'Aquila è in C1
La squadra di Pagliari batte il Teramo per 2 a 1. Meritato il gol della bandiere di Coletti su rigore
L'AQUILA VINCE ANCORA: 2 A 1 AL TERAMO E VA IN C 1. Per gli aquilani la vittoria dei propri beniamini che porta in prima divisione la squadra guidata da Pagliari, non rappresenta soltanto una memorabile impresa sportiva da ricordare e incorniciare: per essi la salita degli 11
in rossoblu nella categoria superiore, simboleggia anche la riscossa e la rinascita di tutto il popolo aquilano dopo la sconfitta amara subita non sui prati erbosi, ma subita dal terremoto e dalla mancata ricostruzione. Nell'inconscio collettivo di ogni aquilano seduto sugli spalti dello stadio Fattori, oppure con gli occhi puntati sul maxischermo o con le orecchie incollate alla radiolina ad ascoltare la radiocronaca dell'incontro, la rinascita della squadra di calcio equivaleva a quella della città di Federico e dei suoi abitanti. Con tali premesse così cariche di significati emotivi, come potevano i rossoblu fallire l'obiettivo? Ed in effetti la gara decisiva per i play off, e non solo, è finita praticamente dopo appena tre minuti di gioco quando un ispirato Carcione direttamente da calcio d'angolo riusciva ad imprimere al pallone un effetto maligno
che ha beffato il povero Serraiocco.
LA GARA. Per il Teramo riuscire a ribaltare il risultato dell'andata, quando a Piano D'Acci, fu
sconfitto per 1 a 0, era impresa improba, ma egualmente si è presentato al Fattori combattendo con le unghie e con i denti nella speranza di cogliere un risultato forse solo immaginabile. E così mentre i biancorossi si proiettavano in avanti nella speranza di perforare la solida difesa aquilana, gli uomini di Pagliari cinicamente erano pronti con le ripartenze a punire gli ospiti. E lo hanno fatto all'inizio, dopo appena tre minuti di gioco come s'è detto, per poi assestare il colpo di grazia con Iannini all'11° del secondo tempo servito dal solito Carcione dalla bandierina. Contro ogni logica il Teramo non si è arreso e non ha ritirato i remi in barca, al contrario ha continuato a premere illudendosi di poter segnare quei 4 goals ai rossoblu necessari per conquistare derby e la promozione. Verso la fine dell'incontro al 40° è arrivata finalmente la meritata rete della bandiera da un calcio di rigore giustamente fischiato dall'arbitro per un fallo di
mano in area di Colussi e trasformato da Coletti.
LE FORMAZIONI.
L'Aquila (4-3-39. Teta, Rapisarda, Pomante, Ingrosso, Ligorio (24°st. Gizz), Iannini, Carcione (27°st D'Amico), Menicozzo, Ciotola (34°st Colussi), Infantino, Improta. Adisp:: Leuci, Balestra,
Marcotullio, Ripa. Allenatore: Pagliari
Teramo (4-4-2): Serraiocco, Scipioni, Ferrani, Speranza,De Fabritiis, Iazzetta (12°stPetrella),
Coletti, Valentini, Foglia (19°st Patierno), Olcese, Ambrosini (34°st De Stefano). A disp: Santi, Caidi,Chovet, Righini. Allenatore: Cappellacci
Arbitro:Aureliano
Ammoniti: Ferrani per il Teramo e Ciotola, Menicozzo e Carcione per L'Aquila
Espulso: Patierno del Teramo
Clemente Manzo