“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
C'era una volta in America
Gran parte degli americani non digerivano gli italiani emigrati negli Stati Uniti: "Eravamo guardati con disprezzo anche quando parlavamo di religione"
C'ERA UNA VOLTA IN AMERICA. Caro (sub)Direttore, ricevo e mail da parte di lettrici italiane che mi chiedono piu' o meno la stessa cosa: come eravamo generalmente considerati negli Stati Uniti. Credo sia opportuno aprire una parentesi e parlarne apertamente. Mi accorsi presto che la gran parte degli americani non digeriva gli italiani che vivevano in America. Noi italiani eravamo guardati con disprezzo anche quando parlavamo di religione. Perfino i cattolici americani spesso chiedevano "come mai l'Italia si puo' permettere di tenere in vita quella enorme organizzazione ecclesiastica. Ma il vero odio verso gli italiani, quello saldamente radicato nel fondo dell'animo, gli americani lo dimostravano schernendo le cose che ci stavano piu' a cuore, o delle quali, a torto o a ragione andavamo fieri. Ci dicevano e ripetevano che loro, gli Yankees, stavano imparando il calcio dagli inglesi perche' da noi italiani avrebbero potuto imparare soltanto come imbrogliare sul campo o come piangere per una spintarella (su questo, con l'ottica di oggi, e' difficile dar loro torto), che la Ferrari era tutto un bluff, uno scatolone di plastica e cartone per gli allocchi. Se a qualcuno saltavano i nervi, a volte infastidito dalla tua sola presenza, reagiva sbraitando che sarebbe stato meglio se te ne fossi tornato in Italia. Una volta, senza un motivo preciso, una donna mi disse in faccia: "I can't stand italians", non posso soffrire gli italiani. Di tanto in tanto trovavi anche una coppia che diceva di avere trascorso una bella settimana in italia, senza comunque tralasciare il pessimo servizio nei ristoranti, i costi aumentati per i turisti, gli orari dei treni non rispettati, il tutto sommato a quel cipiglio antipatico degli italiani che non apprezzano la presenza dei turisti, che non capiscono che noi portiamo dollari nella vostra nazione indebitata. Mafiosi a parte, i "figli d'Italia" in America si sono invece quasi sempre comportati in modo esemplare. Vedi per esempio Dino Crocetti, famiglia di Montesilvano, nato a Steubenville, nell'Ohio, costretto a cambiare nome in Dean Martin perche' il suo cognome sarebbe stato "troppo difficile" da pronunciare per gli americani. Un atteggiamento tutto Yankee. Attori e attrici italiani nati in America hanno sempre strabiliato gii americani. Da Perry Como a Madonna, a Jimmy Durante, a Henry Mancini (tutti abruzzesi, tra l'altro). Per non parlare di Rocky Marciano (Rocco Marchegiano di Ripa Teatina). Tuttavia ci sono alcuni italiani che lasciarono l'Italia per rabbia e non riescono a perdonare, pensano all'Italia ancora e sempre come a una "nazione matrigna, cattiva, crudele". Hai voglia a spiegargli come stanno le cose. E' tutto tempo perso. La situazione oggi e' cambiata? In parte si', ma molti stereopiti o pregiudizi rimangono ancora difficili da superare..
Benny Manocchia