“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
"Bombarolo" sarà giudicato
L'incredibile vicenda di Roberto Di Santo: l'uomo che decise di vendicare il sistema. Il Pm: sfidò lo Stato
L'INCREDIBILE VICENDA DEL BOMBAROLO DI ROCCAMONTEPIANO. Sarà processato il 58enne Roberto Di Santo, originario di Roccamontepiano in provincia di Chieti, resosi responsabile a gennaio scorso di una clamorosa sfida alle istituzioni che appassionò l'Abruzzo e l'Italia intera. Il 58enne di Roccamontepiano, prima di essere catturato, aveva messo in atto una serie di attentati intimidatori. Il primo a Villanova di Cepagatti, nella casa della sorella, all'interno della quale aveva inserito un meccanismo diabolico con bombole del gas per fortuna vuote. Nella circostanza aveva fatto trovare nell'auto bruciata davanti la villa anche il famoso vidomessaggio col quale preannunciava i suoi propositi di sfida (GUARDA IL VIDEO). Dopodichè la fuga col camper, durata quasi una settimana, nascosto in un terreno abbandonato nel comune di Rosciano; mentre per gli spostamenti l'elettricista disoccupato si spostava in bici (come documentato dal famoso filmato consegnato a Rete 8). Di Santo ha anche bruciato un'auto davanti al tribunale di Chieti ed un'abitazione adibita a Casa Famiglia, per fortuna disabitata da tempo, a Chieti Scalo. Quando è stato catturato dagli agenti era irriconoscibile: si era tagliato capelli e barba allo scopo, probabilmente, di rendere più difficoltoso il suo riconoscilmento. Ai carabinieri di Pescara che l'hanno fermato (GUARDA IL VIDEO)ha detto: «Lasciatemi qualche giorno per andare a Roma. Vi prego datemi ancora un paio di giorni perchè compiere ancora delle azioni. Devo vendicare questa società ingiusta. Poi, mi consegno». Il processo si svolgera presso il Tribunale di Pescara il prossimo 25 giugno così come chiesto dal PM di Pescara, Silvia Santoro. Deve rispondere delle accuse di incendio, danneggiamento e resistenza all'arresto. E' caduta, invece, l'ipotesi di tentata strage.
Marco Beef