“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
SPOLTORE. LA CONTROMOZIONE DELL'ULTRACATTOLICA FEBO. Ma noi ci chiediamo: Marina Febo, va bene che è un'esponente della destra ultracattolica, va bene che forse è galvanizzata dall'elezione del nuovo Papa, mettici pure che è del Popolo delle Libertà ...etc etc etc ... ma è pure una gradevole persona, dunque perchè deve perdere tempo con simili corbellerie? Come si fa a negare, nel 2013, un diritto che è sacrosanto? Ci riferiamo al registro delle unioni civili, proposto dal gruppo del Pd spoltorese con un'apposita mozione e bocciato senza mezzi termini dal Popolo della Libertà e dalla sua ex candidata sindaco: «Siamo assolutamente contrari a qualsiasi registro sul riconoscimento delle unioni civili», dice la Febo. «Per questo abbiamo presentato una mozione che affermi come prioritario il sostegno del Comune di Spoltore alle famiglie in difficoltà, alle nuove coppie e alle fasce svantaggiate della nostra comunità». Addirittura? E allora come regolare tutte quelle forme di convivenza fra due persone, legate da vincoli affettivi ed economici, che non accedono volontariamente all'istituto giuridico del matrimonio, o che sono impossibilitate a contrarlo, alle quali gli ordinamenti giuridici abbiano dato rilevanza o alle quali abbiano riconosciuto uno status giuridico?
«UN'INIZIATIVA PRETTAMENTE IDEOLOGICA». L'esponente del Pdl spoltorese sul tema non le manda a dire. «Si tratta solo di un'iniziativa prettamente ideologica, senza alcun valore giuridico e soprattutto non rispondente ad alcuna esigenza popolare della nostra comunità - continua Marina Febo - I bisogni reali dei cittadini sono altri e l'amministrazione dovrebbe saperli cogliere e ritenere prioritario, vista anche la grave crisi economica e di valori in atto, il sostegno alle famiglie, soprattutto quelle più svantaggiate per problemi economici o di salute, i giovani che vorrebbero costituirne una, i disoccupati, i disabili e gli anziani».
«DA PARTE NOSTRA NESSUNA STRUMENTALIZZAZIONE». Il Pdl ci tiene a sottolinearlo: «Da parte nostra nessuna strumentalizzazione ideologica. Si tratta di un tema troppo importante e delicato, che vede confrontarsi visioni diverse sull'uomo e sulla società non inquadrabili necessariamente in visioni politiche definite». L'istituzione di un tale registro, oltre a essere contraria, secondo i berluscones, «alle norme fondamentali del nostro ordinamento», rientrerebbe nella materia dei diritti e pertanto sarebbe sottratta all'autonoma disponibilità degli Enti territoriali: «Sfruttare la maggioranza politica che amministra l'Ente per assumere posizioni che a oggi non sono state ancora regolamentate nelle sedi competenti, appare come una forzatura della democrazia. Riteniamo che questo dibattito debba essere svolto all'interno del Parlamento». Addirittura? E, quindi, nei Comuni non bisognerebbe parlarne mai? Come direbbe il subdirettore, «Tutto questo è follia».
Federico Di Sante