“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Bersani (Explorer)
Il segretario Pd riceve l'incarico da Napolitano. Grillo lo bocca, Berlusconi invece ci sta. "Governissimo" o voto?
BERSANI HA ACCETTATO L'INCARICO ESPLORATIVO. Dunque il Presidente della Repubblica ha affidato a Bersani l'incarico "esplorativo"per la formazione di un nuovo governo. Il segretario del PD ha accettato l'incarico e tenterà di convincere il M5S a sostenere un governo di centro-sinistra. Tuttavia sa bene che la possibilità di associare i grillini a qualche forma di governo e di ottenere la fiducia è decisamente difficile se non impossibile. E' evidente che il segretario del PD, per quanto lo neghi, dispone di un piano B.
GRILLO: «NO AD UN GOVERNO BERSANI E A UN GOVERNO TECNICO». Infatti, il M5S, anche nelle ultime dichiarazioni fatte da Grillo, ha confermato che non darà nessun appoggio al governo Bersani. A scanso di equivoci Beppe Grillo ha scritto sul suo blog: «Il M5S non accorderà alcuna fiducia a governi politici o pseudo tecnici con l'ausilio delle ormai familiari "foglie di fico" come Grasso. Il M5S voterà invece ogni proposta di legge se parte del suo programma». Che in soldoni significa che né alla Camera né al Senato il M5S darà la fiducia a qualsiasi forma di governo.
IL GOVERNO DI "LARGHE INTESE" PROPOSTO DA BERLUSCONI. L'unica alternativa all'alleanza con i grillini teoricamente praticabile, sarebbe quella di un "governo di larghe intese" così come propugnato da Berlusconi. Anche se una parte minoritaria del PD, sarebbe sotto sotto disponibile ad una grande coalizione con il PDL-Lega e Impegno Civile, difficilmente la maggioranza del PD accetterebbe l'abbraccio mortale con il partito del "Caimano" i cui interessi personali sono in contrasto con quelli del paese. Verosimilmente quindi Bersani non sarà in grado di formare un governo di centro-sinistra che abbia la fiducia oltre che alla Camera, dove il PD-Sel ha la maggioranza assoluta, anche al Senato dove può contare solo su una maggioranza relativa.
GLI 8 PUNTI PROPOSTI DAL PD-SEL PER UN GOVERNO DI MINORANZA. Il leader di Bettola, vista l'impossibilità di formare una coalizione gradita al PD-SEL, sarebbe quasi obbligato a tirar fuori dal cilindro il piano B. Dunque se escludiamo la possibilità di un governo affidato ad una personalità terza come ad esempio Stefano Rodotà, in predicato anche per il prossimo Capo dello
Stato, un'ipotesi non campata in aria è che Bersani sciolga la riserva e decida di presentarsi per la fiducia, senza però ottenerla nei due rami del parlamento, col programma riassunto negli 8 punti e cioè: 1) Legge elettorale, 2) taglio dei costi della politica e e riduzione del numero dei parlamentari, 3) Conflitto d'interesse, 4) Nuova legge anticorruzione, 5) Riduzione delle spese militari, 6) Rimborso dei crediti vantati dalle aziende verso gli enti pubblici, 7) Esenzione IMU sulla prima casa fino a 500 Euro, 8) Interventi urgenti per l'occupazione e la crescita. Dato per scontato che il Presidente Napolitano, non passi la mano dimettendosi e quindi lasciando la patata bollente al successivo Presidente della Repubblica, potremmo aspettarci da Napolitano che affidi al governo minoritario, guidato da Bersani, l'ordinaria amministrazione in sostituzione del dimissionario governo Monti.
CHI SARA' IL FUTURO INQUILINO DEL QUIRINALE. Non sarebbe poi una cattiva soluzione per la coalizione di centro sinistra, avere la guida del paese fino alla nomina del sostituto di Napolitano. Non solo, se il clima politico attuale dovesse non cambiare, il futuro inquilino del Quirinale sarebbe costretto a sciogliere le camere e proclamare quindi ancora elezioni anticipate. Nel frattempo, Bersani ha buone probabilità di restare in carica fino alla prossima consultazione elettorale che presumibilmente potrebbe tenersi dopo l'estate. Visti così gli sviluppi dell'intricata situazione politica, l'attenzione si sposta sulle trattative in corso tra i partiti per la nomina di chi siederà sul Colle per i prossimi 7 anni. Perché, ne siamo sicuri, segretamente i partiti anche di questo si stanno occupando. Per il momento fare una previsione è veramente difficile, anche perché nessun partito e tantomeno il M5S, finora si è pronunciato sul nome del prossimo Capo dello Stato per paura di bruciarlo.
Clemente Manzo