“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Bersani 61,5%, Renzi 38,5%
Il segretario del Partito Democratico sarà il candidato premier del centro sinistra. Ma il nodo è la legge elettorale
VINCE PIER LUIGI BERSANI: E' IL FUTURO DA PREMIER? E' stato lo stesso sindaco di Firenze, Matto Renzi ad annunciare la vittoria di Pier Luigi Bersani. «Era giusto provarci», ha detto il rottamatore. Ed, infatti, i più accreditati uffici di sondaggi ed exit poll danno il politico di Bettola, tre volte ministro, in vantaggio di 23 punti percentuali: 61,5% contro 38,5%. Un gap quasi incolmabile e che segna la vittoria della linea D'Alema, vera eminenza grigia del centro sinistra.
IL NODO DELLA LEGGE ELETORALE. Da domani, ma strateghi e costituzionalisti sono già all'azione da tempo, si parlerà di legge elettorale. Fino a poche settimane fa, infatti, sembrava ci fosse l'accordo per il premio di maggioranza al 38%. Ma ora il quadro politico è cambiato. Silvio Berlusconi, che sembra voler tornare in campo con una sua lista (Forza Italia Web 2.0?), non appoggerà l'ultima bozza proposta dai leghisti (Calderoli). Ed è possibile che si torni alle urne, a marzo, con la cosìdetta "Legge vergogna" o "Porcellum": abolizione dei collegi uninominali, liste bloccate e premio di maggioranza alla coalizione che ottiene la maggioranza relativa dei voti (30%) e soglia di sbarramento al 4%.
D'ALEMA AL QUIRINALE? Il sogno di Massimo D'Alema, si sa, è quello di salire al Quirnale ed essere eletto prossimo Presidente della Repubblica Italiana. Ma per ottenere un simile riconoscimento ci vorrà il consenso di 2/3 del parlamento (maggioranza qualificata), riunito in seduta comune. Ce la farà il Lider Maximo? Al momento le sue possibilità sembrano scarse. Ma mai disperare.
Marco Beffe