“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Assoluzione Bertolaso, l'amaro commento: "La giustizia in Italia non funziona"
Amareggiato Federico Vittorini, che nel sisma ha perso madre e sorella. Antonietta Centofanti: "Ognuno risponderà alla sua coscienza"
LA DELUSIONE DEI FAMIGLIARI DELLE VITTIME. "Per la poca esperienza che ho avuto, la giustizia in Italia non funziona: non solo nel nostro processo ma in tutti quelli in cui c'è qualcuno di forte contro qualcuno di debole". Così Federico Vittorini, una delle parti civili nell'ambito del processo cosiddetto Grandi rischi 2 su presunte rassicurazioni ai cittadini prima del sisma del 6 aprile 2009, al termine dell'udienza che ha sentenziato l'assoluzione dell'ex capo dipartimento della Protezione civile, Guido Bertolaso, dall'accusa di omicidio colposo e lesioni.
Vittorini, 21 anni, che nel sisma ha perso la madre Claudia e la sorella Fabrizia, era in compagnia del padre Vincenzo, chirurgo e consigliere comunale, che dopo il verdetto del giudice Giuseppe Grieco si è accasciato attonito su una sedia e non ha rilasciato alcun commento. Così è stato lui a parlare.
"Siamo un Paese civilizzato solo sulla carta, perché c'è troppa disparità e la bilancia pende troppo da una parte - ha detto - Non so se dire che sono fiducioso che si possa cambiare il sistema un domani, perché non so in che modo sia possibile farlo. Ci si proverà se qualcuno avrà questo sogno abbastanza utopico. Per il resto, tanta amarezza per l'ennesima presa per i fondelli della giustizia".
DE BERNARDINIS SI', BERTOLASO NO. Secondo il giovane, la sola condanna per Bernardo De Bernardinis (l'ex numero 2 di Bertolaso, condannato in via definitiva a 2 anni di carcere, ndr.) "è troppo poco e, soprattutto, se è stato condannato lui per conseguenza ovvia e logica andava condannato anche Bertolaso, leggendo le carte e sapendo com'è andata la storia".
CENTOFANTI. "Per com'è andata questa vicenda, dal filone principale della Grandi Rischi a oggi, mi sembra una sentenza già scritta", ha aggiunto Antonietta Centofanti, portavoce del Comitato familiari delle vittime del crollo della Casa dello studente. "Restano i morti e resta la vita dei sopravvissuti che è cambiata per sempre - ha aggiunto - si accettano le regole della democrazia e questo è". Secondo Centofanti, che nel sisma ha perso il nipote Davide, dopo la fine delle vicende giudiziarie "ognuno risponderà alla propria coscienza, soprattutto Bertolaso, perché credo che un minimo di dubbio rispetto al comportamento che ha avuto sulla vicenda L'Aquila lo debba avere e lo abbia. A ogni modo la città sa bene come sono andate le cose", ha concluso.
Redazione L'Aquila