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Assegnazione diretta appalti. Nei guai amministratore di condominio
Secondo l'accusa si sarebbe accordato per "mazzette" al 2% in cambio di lavori di ricostruzione degli edifici privati in favore di una ditta siciliana. La versione delle Fiamme Gialle
RICOSTRUZIONE EDIFICI PRIVATI: AMMINISTRATORE DI CONDOMINIO ACCUSATO DI CORRUZIONE. I finanzieri del Comando Provinciale di L’Aquila hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo, finalizzato alla confisca per equivalente, della somma di 2.000 euro finora versata ad un amministratore di condominio, aquilano di 50 anni, emesso dal G.I.P. presso il Tribunale di L’Aquila, Dott. Giuseppe Romano Gargarella. Per la vicenda i soggetti indagati sono tre e l’imputazione loro ascritta è “Corruzione per un atto contrario ai doveri di ufficio” (artt. 319 e 321 c.p.). L’ordinanza rappresenta l’epilogo di lunghe indagini di polizia giudiziaria, delegate al Nucleo di Polizia Tributaria L’Aquila dalla Procura della Repubblica, sin dal 2012 ed inerenti l’aggiudicazione di lavori di ricostruzione di edifici danneggiati dal terremoto.
LA RICOSTRUZIONE DEI MILITARI. Centrale è apparsa la figura dell’imprenditore siciliano Nunzio Massimo Vinci, originario della provincia di Siracusa (giunto a L’Aquila dopo il sisma del 6 aprile 2009), amministratore di fatto della ditta individuale “CAI di Incontro Cristiano”, con sede legale in San Demetrio Ne’ Vestini (AQ). Attraverso attività dinamiche e tecniche e l’acquisizione di voluminosa documentazione è stato possibile ricostruire i suoi interessi danche nell’ambito della ricostruzione privata, tanto da avere rapporti diretti con l’amministratore del condominio, con sede in una frazione di L’Aquila.
LE INTERCETTAZIONI: ACCORDO IN NERO AL 2% Da numerose conversazioni ambientali e telefoniche intercettate sarebbe emersa l’esistenza di un accordo illecito avente come finalità l’aggiudicazione dei lavori di quel condominio, oltre l’interesse ad ottenere anche l’aggiudicazione di altre commesse, grazie all’aiuto della stesso amministratore. In particolare: Nunzio Massimo Vinci avebbe raggiunto l’accordo di corrispondere un compenso in denaro in suo favore, quantificato nella percentuale del 2% sull’importo complessivo dei lavori, quale “contropartita” per l’assegnazione diretta.
L'AMMINISTRATORE VALUTAVA I PREVENTIVI. Nella vicenda assume un importante valore la funzione esercitata dal predetto amministratore del condominio: soggetto deputato a valutare preventivi, gestire e rendicontare il contributo pubblico per la ricostruzione. Secondo la normativa vigente, infatti, in virtù della complessità e delicatezza della funzione assegnata gli amministratori di condominio uno specifico compenso, rientrante tra le spese ammissibili a contributo pubblico. Tale compenso, quantificato in termini percentuali sulla somma ammessa a contributo, deve però essere documentato attraverso l’emissione di regolare fattura o ricevuta da parte dello stesso amministratore nei confronti del condominio, per poi essere pagata a mezzo bonifico bancario addebitato sul conto corrente “vincolato”. Pertanto, tale accordo era estraneo al quantum dovuto all’amministratore, ma aveva il sapore di un accordo illecito finalizzato all’ottenimento di affidamento di lavori per la ricostruzione privata.
LA NOVITA' DELL'INDAGINE. Soiegano i militari di L'Aquila che "la novità dell’indagine è di natura giurisprudenziale; infatti attraverso l’esame dei poteri e doveri dell’amministratore di condominio nell’ambito della ricostruzione della città di L’Aquila si è potuto attribuire (tesi condivisa dal Giudice per le indagini preliminari) la figura di incaricato di pubblico servizio all’amministratore, che gestisce soldi pubblici (erogazioni pubbliche) per la ricostruzione di condomini privati".
Redazione Independent