“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Arcigay difende l’Asilo: «Delirante la proposta di sgombero coatto»
Il segretario Massimo Consoli indignato per il possibile blitz delle forze dell'ordine e per coloro che hanno definito "dubbie presenze" le associazioni che vi operano
ASILIO DI VIALE DUCA DEGLI ABRUZZI NEL MIRINO DELLA POLIZIA. Ad ogni tot la politica aquilana ritorna ad occuparsi della questione - se così si può chiamare - dell'Asilo di viale Duca degli Abruzzi, l'edificio occupato da circa 3,5 anni da un gruppo di cittadini aquilani allo scopo di realizzarvi un centro di aggregazione. Il timore per un possibile blitz delle forze dell'ordine, gli appelli al sindaco Cialente da parte di Luca Rocci, dirigente nazionale giovani di Forza Italia, che chiede di liberare la struttura hanno fatto saltare letteramente su tutte le furie il presidente dell'arcigay Massimo Consoli.
CONSOLI: "LEGALITA' A L'AQUILA? CONCETTO ELASTICO". Consoli, in una nota a firma dell'Arcigay, spiega che "la rediviva compagine politica che ne aveva fortemente voluto la realizzazione adesso alza la voce contro qualcosa di cui ignora totalmente l’importanza e taccia impunita di “illegalità” le associazioni e gli eventi culturali e ricreativi che si tengono all’interno dell’Asilo in Viale Duca Degli Abruzzi. Ma la legalità - sottolinea - lungi dal giustizialismo, è un concetto elevato quanto elastico, che va applicato di volta in volta ai vari contesti in cui si ritiene di volerla far valere; il resto è mistificazione e chi ignora ciò, manca di quello stesso senso civico che dice di perseguire. Un luogo abbandonato da due anni prima del sisma, attualmente unico polo giovanile del centro storico, rimasto intatto in seguito a quel fatidico evento del 6 Aprile del 2009, non può essere utilizzato come capro espiatorio e ridotto a “postribolo di disadattati” da parte degli stessi che politicamente hanno usato la legalità sempre e solo come uno slogan".
LE ATTIVITA' DELL'ASILO. L’Asilo occupato, infatti, negli anni si è occupato di tantissime attività e nell'interesse della popolazione aquilana. Ad esempio: ha aperto la cittadinanza ai campi estivi di Legambiente per i ragazzi con sindrome di down, al centro operativo di “Viviamo L’AQ”, ai vari laboratori artistici, agli alloggi per le “fragilità sociali”, ai Cineforum d’autore ed è stato in questi anni la sede di Arcigay L’Aquila, che al suo interno ha potuto offrire alla città un impeccabile servizio di ascolto ed un invidiabile punto d’incontro per la comunità LGBT in loco. E ancora: le varie iniziative svolte in collaborazione con l’università, come “Terre nude”, l’incontro “Quale università in quale città?”, dove è intervenuta la stessa Rettrice Paola Inverardi, il dibattito sulla salute mentale con l’associazione “180 Amici” in occasione dell’anniversario della Legge Basaglia e molto altro.
DONGIOVANNI SULLE "DUBBIE PRESENZE". Sulle cosiddette "presenze dubbie" è intervenuto anche il segretario Dongiovanni. "Coloro che hanno definito “dubbie presenze” le associazioni che appoggiano l’Asilo e che auspicano un vero e proprio blitz delle forze dell’ordine - aggiunge il segretario Dongiovanni - si assumeranno certamente la responsabilità politica ed umana di aver posto fine a tutto ciò anzitempo, soffocati dal pregiudizio e dalla violenza, per pura smania pubblicitaria. Se proprio la delirante proposta di sgombero coatto dovesse avverarsi conclude - allora per Arcigay, (che oltre alla sua causa ha sposato anche quella della città) sarà uno scempio imperdonabile ed immotivato, una “Stonewall” tutta aquilana che resterà negli annali della stessa ricostruzione".
Redazione Independent