“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Aracudramma (Santopoli)
L'ex coordinatore Pdl accusato di aver preso tangenti «Angelini non aveva paura nemmeno di Toto Riina»
SANITOPOLI. IL DRAMMA DI ARACU. L'ex coordinatore regionale del Popolo delle Libertà Sabatino Aracu, accusato nel processo "Sanitopoli" di aver preso tangenti dall'ex "Re della sanità Privata" (Enzo MariaAngelini), è un libro spalancato sulla sua vita famigliare, i quattro figli, il rapporto con l'ex moglie Maria Maurizio, la politica e gli amici traditori. Alle ore 9e30 si è seduto sul banco dei testimoni nell'Aula 1 del Tribunale di Pescara ed ha risposto alle domande del pubblico ministero Giampiero Di Florio, assistito dall'avvocato Maurizio Parisi dello studio di Giulia Bongiorno. La strategia della difesa Aracu è assolutamente chiara: screditare la testimonianza in procura dell'ex moglie del presidente della Federazione Italiana Hockey e Pattinaggio, Maria Maurizio, responsabile, secondo il politico/imprenditore aquilano, di comportamenti ricattatori e di atti persecutori (Stalking) sostendo che sarebbe affetta da problemi psichici. «E' stata la rovina della mia vita», ha detto più volte Aracu non mancando di citare le concitatissime fasi della separazione.
«ANGELINI NON AVEVA PAURA NEMMENO DI TOTO RIINA» Naturalmente non sono mancate delle "stoccate" al testimone chiave del processo "Sanitopoli", Enzo Maria Angelini. Aracu ha cercato di far capire al collegio giudicante, presieduto da Carmelo De Sanctis, che non era il capo di una "cricca" organizzata per estorcere denaro alle cliniche private in cambio di un trattamento di favore. «Angelini il "grande accusatore" - ha ribadito Aracu - non aveva paura nemmeno di Totò Riina. Quindi, figuratevi se io potevo imporgli delle dazioni di denaro o dicktat di qualsiasi genere. Infatti, con Angelini non avevo più alcun rapporto. L'ho visto solo poche volte. E, tra l'altro, quando lui asserisce di avermi consegnato il denaro io non rivestivo più alcun ruolo politico». Aracu non ha tralasciato di raccontare nemmeno delle presunte "trame" alle sue spalle per defenestrarlo dalla guida del Pdl, del quale è stato coordinatore regionale fino al 2005, quando a maggio venne eletto Ottaviano Del Turco. «Sia l'ex assessore regionale Vito Dominici che l'editore Giuseppe Ciarrapico - ha aggiunto Aracu - andavano un giorno sì e l'altro pure a Roma per farmi cacciare da Berlusconi. Come potevo essere io l'organizzatore di questo sistema corruttivo?». Così cercando di screditare le testimonianze di Angelini che ha raccontato in aula di aver pagato tangenti al politico aquilano fino all'aprile del 2005.
MAURIZIO: «SPENDEVAMO 20MILA EURO AL MESE». Secondo le deposizioni rese dalla Maurizio la vita della famiglia Aracu si svolgeva nel lusso più completo. «Spendevano 20mila euro al mese», così l'ex moglie in una delle sue precedenti deposizioni. «E' tutto falso», ha replicato oggi Aracu. «Questa persona usava riccattarmi in questo modo perchè voleva che intestassi a lei ed alla figlia tutti i beni. Ma io ho quattro figli e non potevo permetterle questa cosa. Avrei assunto un trattamento impari nei confronti degli altri». In udienza si è poi parlato di quadri preziosi, dell'amicizia tradita con Di Persio, dell'affare del centro commerciale di Celano, del call center 3G di Sulmona e dei numerosi appartamenti comprati dal 1997 fino al 2009.
GLI APPARTAMENTI DELLA FAMIGLIA ARACU. Il presidente De Sancitis ha chiesto all'imputato di ricostruire la sua situazione patrimoniale, con riferimento agli immobili di sua proprietà. «Nel 1997 e nel 1998 ho comprato due immobili in via Vasto a Pescara. Il secondo era di soli 23 metri quadrati. Entrambi sono costati - ha raccontato Aracu - 120 milioni di vecchie lire e 60mila euro. Poi nel 2001 abbiamo deciso di prendere l'appartamento a Porto Rotondo costato 290mila euro. Nel 2002 ho acquisito quello di via Trento al prezzo 60 milioni di vecchie lire. Quello di via Sulmona l'ho acquistato nel 1998 dal procuratore Mennini e l'ho pagato 333 milioni di vecchie lire. Nel 2000 ho acquistato un garage in via Fiume e l'attico in via Nicola Fabrizi. Nel 2008 l'appartamento in via Carducci a 350mila euro e nel 2009 la casa in via Crescenzi a Roma, pagata 1,45 milioni di euro». Terminata la deposizione l'udienza è stata aggiornata.
twitter@subdirettore