Approvata Legge di stabilità

Insieme al fiscal compact ed al pareggio di bilancio produrrà tagli dA 40/50 miliardi l'anno per i prossimi 20 anni

Approvata Legge di stabilità

L'APPROVAZIONE DELLA LEGGE DI STABILITA'. E' passata alla Camera la legge di stabilità dopo tre voti di fiducia con i voti favorevoli della strana coalizione che sostiene il Governo Monti. Una larga maggioranza  (i voti favorevoli sono stati 372, i contrar i 73 e 16 gli astenuti) ha dunque varato il provvedimento che conserva sostanzialmente l'impianto originario della legge. Comuni e Regioni, di tutti gli orientamenti politici, vedono come il fumo negli occhi questo provvedimento.

TUTTI CONTRARI. Vasco Errani, il Presidente della Conferenza delle Regioni, del PD, ha dichiarato "La legge di stabilità non è sostenibile, è necessario modificarla. Diversamente iniziative forti riguarderanno  non solo i Comunima anche le Regioni". Anche i sindaci sono seriamente preoccupati per i tagli fatti rozzamente tanto che una loro delegazione si è recata dal Ministro per i rapporti con il Parlamento Piero Giarda per minacciare le dimissioni in massa se non ci saranno al Senato modifiche sostanziali alla legge di stabilità (c'era anche il sindaco di Chieti Umberto Di Primio). Il Presidente dell'ANCI Graziano Del Rio ha dichiarato a tal  proposito "Il Senato è l'ultima occasione, poi avranno le nostre dimissioni sul tavolo e devono fare la campagna elettorale senza le nostre facce". 

CAMBIARE LA POLITICA ECONOMICA. Il contrasto tra Enti Locali, Comuni, Regioni e Province da un lato e Governo centrale  e i partiti che lo sorreggono dall'altro è dfficilmente sanabile a meno di voler cambiare radicalmente l'intera politica economica italiana che rischia di finire nelle mani dei potenti gruppi oligarcichi finanziari e bancari. Ma i partiti politici, eccezion fatta per quel che resta dell'Idv e del M5S, più che alla politica economica, sono interessati più alle primarie e all'assalto alla diligenza rappresentato dalle prossime tornate elettorali. Non parlano di politiche economiche perché sanno bene che chiunque vincerà le elezioni, non potrà discostarsi di molto dalla politica di Monti di lacrime e sangue. PD, PDL e Udc non lo dicono, ma di fatto si sono resi subalterni alle imposizioni della Germania del FMI e anche, ma in misura minore della Bce, nella convinzione che non esistono alternative percorribili. Ed è questo il motivo che li ha spinti ad approvare  quasi all'unanimità due leggi micidiali.

LE CONSEGUENZE SOCIALIOltre che alla legge di stabilità ci riferiamo al pareggio di bilancio introdotto con la modifica dell'art. 81 della Costituzione e al fiscal Compact che comporta per l'Italia tagli di 45/50 miliardi l'anno per i prossimi 20 anni al fine di riportare il rapporto tra debito pubblico e PIL dall'attuale 125% ed oltre al di sotto della soglia del 60%. La Spending Review e la legge di stabilità, da una parte hanno aggrato la  recessione, e minato alle basi il welfare e messo in crisi le autonomie locali Comuni, Province e Regioni, dall'altra l''effetto dei tagli alla spesa pubblica e delle nuove tasse necessari per ottenere il pareggio del bilancio e la riduzione del rapporto debito pubblico PIL, si sono rivelati insufficienti per risanare i bilanci ed abbattere il debito pubblico. Gli obiettivi di risanamento non saranno raggiunti alla fine  del 2012 e nemmeno lo saranno nei prossimi altri. 

IL FONDO SALVA STATI. L'esperienza della Grecia dimostra che l'abbattimento del debito pubblico non può essere realizzato  con politiche recessive neoliberiste: i tagli alla spesa sociale e le nuove tasse, non diminuiscono il rapporto tra debito e PIL ma  alla fine lo aumentano. Col Fondo Salva-Stati, istituito nel luglio del 2012, si possono finaziare i Paesi in difficoltà attraverso sia prestiti, sia mediante l'acquisto sul mercato dei titoli sul mercato primario ma a condizioni molto severe che di fatto servono a prolungare l'agonia degli stati che vi ricorrono.Paul Krugman, premio Nobel per l'economia, va ripetendo da tempo che per uscire dalla crisi è necessario che la Bce presti  denaro ai singoli Stati in difficoltà stampando moneta, quindi senza ricorrere al Fondo, come fanno le altre banche centrali e senza che la Troika, possa imporre condizioni capestro come sta facendo con la Grecia. L'alternativa del ritorno alla Dracma non è augurabile a causa delle conseguenze catastrofiche che comporterebbe anche a livello sociale, e secondariamente non è augurabile.

C.M.