“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Angelini: «Mi hanno torturato»
Processo Sanitopoli - Il teste conferma tutte le accuse contro Del Turco, Cesarone e Quarta. Caiazza lo querela
UDIENZA "SANITOPOLI" - Ore 9.30, aula 1, tribunale di Pescara. C'è nervosismo perchè il "grande accusatore" Enzo Maria Angelini dovrà rispondere al controesame dell'avvocato di Ottaviano Del Turco, Giandomenico Caiazza. Il presidente Carmelo De Santis ha invitato alla collaborazione ed al rispetto reciproco, ma l'esortazione - come si vedrà poi - non sarà assolutamente rispettata. Infatti, saranno frequentissimi gli scontri tra il legale romano, Angelini ed anche il pool della procura di Pescara (Trifuoggi, Bellelli e Di Florio) pronto ad intervenire in difesa del teste "chiave" sulle presunte tangenti nella sanità abruzzese. «Vergogna lei infanga la toga», ha detto Angelini a Caiazza. Su questa frase, pronunciata durante uno scambio di battute violentissimo, il legale romano ha annunciato che presenterà querela, ma - va detto - Angelini si è scusato per l'infelice uscita. Presenti in aula alcuni degli imputati: Ottaviano Del Turco, Lamberto Quarta, l'ex assessore regionale Bernardo Mazzocca, Sabatino Aracu, Luigi Conga e Gianluca Zelli. L'ultima udeinza si era interrotta bruscamente, proprio durante il controesame, per problemi di salute dell'ex titolare del Gruppo Villa Pini.
I VIAGGI, I TELEPASS E COLLELONGO - L'escussione del teste Angelini è iniziata con una dichiarazione spontanea nella quale viene precisato il problema di salute di cui soffre e che lo costringerà a ricorrere alle cure mediche. Dopodichè è toccato all'avvocato di Del Turco che domanda come fosse stato possibile, in riferimento alla metodologia usata, ricostruire con esattezza tutti viaggi compiuti, da solo e con l'autista Sciarrelli, presso l'abitazione di Del Turco a Collelongo. «Come fa a sapere quali telepass sono stati usati da lei oppure da altre persone della sua azienda?», ha domandato Caiazza. Angelini su questo punto è glaciale: «Ricordo perfettamente tutto perchè quello che mi stavano facendo Del Turco e la sua banda è indimenticabile. Mi stavano massacrando. Mi hanno torturato». Si è parlato anche dell'impossibilità di raggiungere Chieti-Arielli Celano, uscita dell'autostrada per recarsi a Collelongo dove c'è l'abitazione di Ottaviano Del Turco, alla velocità di 240 Km/h. «E' impossibile», ha detto Caiazza. «Altrochè», è stata la risposta di De Florio.
LA FAMOSA BUSTA CON LE MELE - Si tocca, poi, l'argomento dazioni - nelle precedenti udienze si era parlato di 6 milioni di euro - ed è inevitabile il riferimento a quella "famosa busta" con 200mila euro, immortalata dalle foto del cellulare dell'autista Sciarrelli, e che Angelini avrebbe consegnato all'ex governatore della Regione Abruzzo. Il teste - stando a quanto ribadito anche oggi in aula - avrebbe ricevuto in cambio un'altra busta da Del Turco, contenente delle mele. Su questo punto interviene il diretto interessato, con dichiarazioni spontanee, per sostenere che quella busta era stata preparata da altri (http://www.youtube.com/watch?v=DWaEjpKUbSQ&feature=youtu.be).
PRESSIONI, ISPEZIONI E MINACCE - Angelini ha ribadito, più di una volta, di aver vissuto in un clima di terrore. «Ero un automa - ha detto - poi ho deciso di vuotare il sacco e di parlare con mia moglie». Il riferimento è alle presunte "pressioni" degli uomini del Governatore Del Turco, Camillo Cesarone e Lamberto Quarta, che lo avrebbero minacciato di bloccargli i pagamenti della Regione e di estendere i controlli sulle sue cliniche da parte della commissione ispettiva permanente. Si è parlato di crediti di circa 120 milioni di euro che, volontariamente, non sarebbero - sempre stando a quanto riferito dal teste - stati sbloccati se non dietro il pagamento di tangenti ovvero se avesse deciso di vendere le sue cliniche all'ingegner Carlo De Benedetti.
SOLDI AL PDL - Un altro argomento interessato al controesame riguarda il finanziamento, da parte di Enzo Maria Angelini, al Pdl di Silvio Berlusconi. La somma, deliberata con regolare atto del Cda di Villa Pini, era molto consistente: 500mila euro. Autore di questa iniziativa - stando a quanto riferito da Angelini - sarebbe stato Gianluca Zelli, ex direttore generale della clinica. Ricordiamo che si stava andando verso il rinnovo della Giunta Regionale in Abruzzo. Tocca, poi, all'avvocato Cristiana Valentini che domanda al teste come ha fatto a distinguere tra tutti i prelievi effettuati dal Angelini - si parla di oltre 54 milioni di euro - come avesse fatto a ricostruire le presunte tangenti, consegnate a Sabatino Aracu tramite Luigi Conga, e contenute nel memoriale consegnato alla procura di Pescara.
IL RISCHIO PRESCRIZIONE - Parole, parole, poche prove, solo indizi mentre resta, più che concreto, il rischio dell'assoluzione di tutti quasi tutti gli imputati per sopraggiunta prescrizione dei reati. Ma da un processo, in genere, ci si aspetta una sentenza, in tempi equi, nell'interesse di coloro che siedono al banco degli imputati e dei cittadini che pagano le tasse: sia che si tratti di assoluzione, perchè non si è commesso il fatto, che di una condanna perchè, invece, la fattispecie di reato è stata provata. L'assoluzione per prescrizione che è un diritto, garantito dalla legge, suona, quasi sempre, come una mezza sconfitta.
Marco Beef