“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Ancora rinvio nel processo sul "disastro di Bussi"
Diciannove imputati per la discarica più grande d'Europa. Alto il rischio prescrizione: chi paga la bonifica da 50 mln?
PROCESSO DISCARICA DI BUSSI RINVIATO A GENNAIO 2014. Ancora uno stop, questa volta per l'avvenuta notifica agli ultimi imputati, nel processo sul disastro ambientale di Bussi sul Tirino dove, sette anni fa, la Forestale, al termine di una indagine della procura di Pescara, scoprì quella che probabilmente è da considerarsi la discarica più grande d'Europa.
Oltre 500mila tonnellate di rifiuti industriali tossici sotterrati nel terreni di proprietà della ex Montedison, in quello che fu il polo chimico d'Abruzzo, e che hanno contaminato le falde acquifere che alimentavano i pozzi che servivano la rete idrica della Val Pescara.
Devono rispondere dell'accusa di disastro ambientale ed avvelenamento delle acque dinanzi alla Corte d'Assise di Chieti, presidente Geremia Spiniello, a latere Paolo Di Geronimo, diciannove imputati, quasi tutti ex dirigenti dell'ex colosso della chimica italiana.
Il processo entrerà nella fase dibattimentale dal prossimo 13 gennaio, giorno della nuova udienza, in attesa della decisione della Corte di Cassazione sul ricorso presentato contro la decisione del Gup di Pescara Gianluca Sarandrea il quale in sede di rinvio a giudizio aveva respinto le richieste di rito abbreviato degli imputati.
Il rischio che i tempi giudiziari si diluiscano è concreto. Il che implica il pericolo della prescrizione delle responsabilità in sede civile. E' stato, infatti, stimato in 50 milioni di euro il costo della bonifica del sito di Bussi che, intanto, continua ad avvelenare l'Abruzzo. Come finirà?
Redazione Independent