“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Ancora caos nel dragaggio
Dramma Porto. Accelerazione dei tempi nonostante analisi contraddittorie e discariche assenti in Abruzzo
DRAGAGGIO PORTO. E' ANCORA CAOS. Non è l’alternarsi di notizie contraddittorie sulla qualità dei sedimi da dragarsi nel Porto di Pescara ad ingenerare dubbi e perplessità sulla tempistica che il Provveditorato alle Opere Pubbliche si è dato, quanto il ritardo nelle procedure conseguenti all’avviso di preinformazione, emanato dallo stesso Provveditorato, riguardante “lavori di dragaggio, rimozione, trattamento e relativo conferimento in discarica di circa 200.000 m.c. di
sedimenti” per un importo di 13 milioni di euro e con scadenza al 26 ottobre scorso. Infatti, a distanza di due settimane da quella scadenza che aveva visto l’interesse di n. 12 imprese non risulta, ad oggi, che si sia dato corso alla fase successiva di quell’avviso e cioè all’invito alle ditte prequalificatesi a formulare una specifica proposta economica per l’affidamento dei lavori di dragaggio.
IL DUBBIO: DEOVE METTERE QUELLA SABBIA? I dubbi e le perplessità immediatamente avanzate circa la reale possibilità di dragare e conferire a discarica 200.000 metri cubi di materiale “inquinato” a fronte di una spesa di 13 milioni di euro non potevano e non possono ancora oggi non prefigurare oggettive difficoltà operative al riguardo. Difficoltà dovute anche dalla attuale assoluta mancanza nel territorio della Regione Abruzzo di un sito adeguato ad accogliere quel quantitativo di materiale e che le imprese, che hanno richiesto di partecipare alla gara, devono espressamente indicare come da previsione dello stesso bando di gara. Una carenza programmatoria da parte del legislatore regionale che incide, ancora una volta, su una tematica fondamentale per il nostro territorio e che ci relega ai posti più bassi delle classifiche nazionali per quanto riguarda l’attenzione e le scelte in tema di individuazione di discariche
con gli effetti negativi connessi come nel caso del dragaggio del Porto di Pescara e non solo.
LA DRAGA SEQUESTRATA DALLA PROCURA. Eppure all’indomani del sequestro del cantiere di dragaggio avviato dall’allora Commissario Testa gli impegni della politica regionale sulla immediata attivazione di siti adeguati ad accogliere quei programmati 73.000 metri cubi facevano ben sperare. Speranze che ancora oggi sono rimaste tali e che rischiano di determinare una consistente contrattura dell’ipotizzato quantitativo da dragarsi con la gara in corso da parte del Provveditorato. Non rimane che augurarsi, da parte del Provveditorato, una immediata accelerazione della procedura di gara con le risorse economiche disponibili, non risulta infatti che siano stati reperiti gli altri 9 milioni di euro mancanti, per consentire una prima rifunzionalizzazione delle strutture portuali cittadine che possano consentire, almeno, la ripresa delle attività della pesca nel corso di quest’anno.
Redazione Independent