“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Analisi, fanghi: è solo caos!
Il vertice romano anzichè chiarire getta ombre sul futuro del porto di Pescara. La soluzione non è vicina, i danni sì
CI VIENE DA PIANGERE - Ormai sulla questione del dragaggio del porto di Pescara non si sa più come e cosa scrivere: anche il vertice romano, che dovera risolvere tutti i problemi, non ha infatti portato nessuna novità significativa. E siamo alle solite, come da mesi ormai, ed assistere al consueto rimpallo di responsabilità - vedi l'Arta che si dissocia da tutto e da tutti - pone significativi interrogativi sul fatto che questa situazione verrà mai sbloccata. Non sembrano sorridere nemmeno il Commissario Guerino Testa - per la verità sempre ottimista - ed il Sindaco di Pescara Luigi Albore Mascia. Nonostante le frasi di circostanza, l’esito del vertice romano avuto con i rappresentanti del Ministero dell’Ambiente e della Protezione Civile, non ha disposto nulla di definitivo. I dubbi sulle analisi sono rimasti e per i fanghi, probabilmente tossici, non è stato ancora individuato un sito idoneo.
IL DUBBIO DELLE ANALISI E LO SMALTIMENTO DEI FANGHI - Infatti, sembra che in tale sede sia stato definitivamente acclarato che, non essendo possibile stabilire quale dei due laboratori interessati – l’Arta Abruzzo per conto del Commissario del Porto e l’Indam di Brescia per conto della Procura de L’Aquila – abbia eseguito correttamente la procedura delle analisi dei campioni prelevati nella darsena commerciale, riguardanti l’appalto dei 73mila metri cubi di limi – appaltati alla Gregolin di Venezia –, la procedura debba ritenersi archiviata e decidendo, altresì, di optare per il conferimento diretto di tale materiale in un sito autorizzato fuori regione.
«Sorvolando per ora sulle devastanti conseguenze di tipo economico che questo nuovo scenario comporterà per la rimozione delle centinaia di migliaia di metri cubi di materiale depositato nella darsena commerciale e nella canaletta del fiume Pescara - scrive Enzo del Vecchio del Pd - risulta immediata una valutazione sulle disastrose ed imprevedibili conseguenze che tale decisione comporterà su altri fronti. Infatti, come non porsi legittimamente la domanda sul che fine faranno tutte le altre attività svolte dall’ARTA Abruzzo in tema di sedimenti marini svolte per tutti gli altri porti e per le operazioni di ripascimento in corso o da attivarsi». Allo stato attuale, dunque, non si conosce nemmeno quali analisi siano state eseguite con il metodo corretto e quali no: tutto questo non è affatto tranquillizzante.
SOLDI BUTTATI AL MARE - Oggi si buttano a mare le centinaia di migliaia di euro impiegate per far fronte alle attività di analisi già svolte ed alle somme che si dovranno versare alla ditta Gregolin, che ha già attivato una procedura di risarcimento, per una decisione presa a tavolino e cioè di conferire a discarica il materiale dell’appalto posto sotto sequestro dalla magistratura salvo poi affermare che per le prossime attività una procedura di analisi l’Ispra l’ha individuata. «Ma allora, di grazia, non sarebbe più utile e chiarificatore di qualsiasi dubbio - dice Del Vecchio - ripetere immediatamente le analisi come sembra indicare l’Ispra? Perchè rischiare, per esempio, che i dubbi sulle attuali analisi possano compromettere anche l’imminente opera di ripascimento?» Chi risponderà dell’ingente danno patrimoniale che si determinerà per queste procedure e che non escludono neanche quella, solo momentaneamente sopita, riguardante il mancato ripascimento del litorale sud interrotto nel 2011? Se tutto ciò viene considerato un successo non possiamo che attenderci un futuro ancora più fosco dell’attuale e con buona pace degli operatori commerciali e dell’immagine della nostra Città
Marco Le Boeuf