“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Allarme (molto) provinciale
Il sindacato delle Province al Parlamento: «Diamo la parola ai cittadini. Impossibile predisporre i bilanci con questi tagli»
PROVINCE. LA BATTAGLIA DEGLI ENTI. Dimezzare, portandolo da 1,2 miliardi da 600 milioni di euro, il taglio imposto dalla Legge di stabilità ai bilanci delle Province per il 2013; portare alla scadenza naturale, ovvero la primavera del 2014, tutti gli organi, cancellando la norma che elimina le Giunte dal 2013. E ancora: ritornare al sistema di primo livello reintroducendo un meccanismo che assicuri l'elezione diretta da parte dei cittadini. Sono le tre questioni fondamentali che le Province abruzzesi, rappresentate dai rispettivi Presidenti e dalle Giunte, Antonio Del Corvo (L'Aquila), Enrico Di Giuseppantonio (Chieti), Guerino Testa (Pescara), Mauro Martino, Presidente del Consiglio provinciale di Teramo in rappresentanza del Presidente Valter Catarra, hanno posto questa mattina nel corso dell'incontro svoltosi pressola Provinciadi Pescara e convocato dal Presidente dell'Unione delle Province Abruzzesi Enrico Di Giuseppantonio. Un incontro - che in realtà ha voluto essere un forte appello in vista dei passaggi in sede parlamentare delle norme che riguardano il nuovo assetto delle Province - al quale sono stati invitati tutti i Parlamentari eletti in Abruzzo, ed a cui hanno partecipato i Senatori Fabrizio Di Stefano, Giovanni Legnini e Andrea Pastore oltre ad alcuni rappresentanti del mondo sindacale.
IL GRIDO D'ALLARME. Dalle Province si è levato un grido d'allarme soprattutto per le conseguenze dei tagli ai bilanci che - come ha sottolineato il Presidente dell'Upa Di Giuseppantonio - renderanno impossibile l'elaborazione del Bilancio 2013 con inevitabili ricadute in termini di investimenti e servizi: il taglio dei 500 milioni per il 2012 è stato già attuato e per il 2013 il disegno di legge di stabilità ha previsto un ulteriore aggravio del taglio alle Province passando da 1 miliardo a 1 miliardo e 200 milioni. E' necessario - ha aggiunto il Presidente Di Giuseppantonio - ridurre drasticamente i tagli lineari alle Province e chiediamo al Parlamento di procedere con più coraggio sulla strada della soppressione e riduzione dei 7000 fra Enti strumentali, consorzi, società e organismi che svolgono impropriamente le funzioni di Comuni, Province e Città metropolitane: è nei meandri dei consigli di amministrazione nominati in questi enti e organismo vari, e non nelle istituzioni i cui organi sono eletti dal popolo, che si nascondono i veri costi della politica.
DOVE SARANNO GLI UFFICI? Ma le Province abruzzesi oggi hanno chiesto chiarezza sia sulla futura collocazione degli Uffici nell'ambito della revisione dell'amministrazione periferica dello Stato; sia sul futuro dei Servizi, specie quelli delegati dalla Regione, che le Province dal prossimo primo gennaio sono pronte a restituire se non ci sarà certezza di risorse umane e finanziare. I Presidenti delle Province abruzzesi chiedono anche che gli organi eletti arrivino alla scadenza naturale del mandato nell'ottica di assicurare alle Province un governo efficiente e che deve avere la possibilità di portare a compimento un percorso amministrativo caratterizzato da progetti e provvedimenti che incidono direttamente sui servizi resi ai cittadini.
Redazione Independent