“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Alla sbarra i Grandi Rischi
L'Aquila. Rinizia il processo contro i componenti della Commissione. Si possono prevedere le catastrofi? La risposta entro un mese
GRANDI RISCHI. MEMBRI ALLA SBARRA. E' ricominciato, questa mattina a L'Aquila, il processo contro i membri della Commissione Grandi Rischi accusati di aver sottovalutato il rischio sismico e fornito false rassicurazioni agli aquilani nella riunione del 31 marzo 2009. Come è noto, pochi giorni dopo (il 6 aprile del 2009), ci fu la catastrofe: 308 vittime, 1500 feriti ed oltre 10 miliardi di danni stimati. Lo sciame sismico era incominciato a dicembre del 2008.
LA SENTENZA ENTRO UN MESE. Il procedimento penale ai membri della Commissione è uno dei più importanti filoni della maxi inchiesta sui crolli del terremoto della Procura della Repubblica dell'Aquila, avviata dallo scomparso procuratore Alfredo Rossini. Lo scopo è quello di accertare o meno responsabilità nella gestione dell'emergenza. C'è chi sostiene che si possano prevedere i terremoti e altri che, invece, ritengono che le catastrofi non si possano prevedere. La sentenza dovrebbe arrivare entro la fine del mese prossimo.
GLI IMPUTATI. Gli imputati: Franco Barberi, presidente vicario della commissione Grandi Rischi, Bernardo De Bernardinis, ex-vice capo del settore tecnico del dipartimento di Protezione civile, Mauro Dolce, direttore dell'ufficio rischio sismico di Protezione civile, Claudio Eva, ordinario di fisica all'Università di Genova e Giulio Selvaggi, direttore del Centro nazionale terremoti, Enzo Boschi, all'epoca presidente dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, Gian Michele Calvi, direttore di Eucentre e responsabile del progetto C.a.s.e.
Marco Beef