“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Agricoltura: coltivazioni di mais e fagiolo a rischio per la siccità
Allarme dell’associazione Abruzzo in Argis: “Dare concretezza al progetto per collegare la diga di Penne alla Val Pescara”
"La siccità in Abruzzo spinge, da settimane, ad irrigare vigneti e ortaggi con le autobotti". A confermarlo è Marco Finocchio, presidente dell'Associazione L'Abruzzo in Agris, associazione che conta oltre 120 imprenditori agricoli e che da mesi ha avvisato delle difficoltà che si sarebbero registrate questa estate soprattutto per le coltivazioni in Abruzzo. Si registrano notevoli difficoltà in questo periodo per gli agricoltori abruzzesi, per le coltivazioni di mais e anche per il 'sorgo' se non pioverà. A rischio anche il prodotto tipico dell'area vestina e della vallata del Tavo dove le autobotti restano l'unica risorsa per mantenere le coltivazioni. La diga di Penne è chiusa per manutenzione e anche perchè come ogni anno, anche se questa volta con largo anticipo, l'invaso ha toccato il livello minimo. "Facciamo appello alla Regione Abruzzo affinché intervenga", ha continuato Finocchio riferendosi alla necessità di sostenere la proposta del presidente del Consorzio di bonifica Centro, Enisio Tocco, affinché si dia concretezza al progetto di collegare, dal punto di vista idrico, la diga di Penne (Pescara) alla Val Pescara, per riempire l'invaso e venire incontro alle esigenze degli agricoltori vestini. "Credo che questa sia un'opera necessaria, indispensabile e fondamentale perchè anche nelle annate piovose l'invaso non riesce a garantire agli agricoltori l'acqua durante l'anno e per tutta la vallata, quest'anno in particolar modo - ha aggiunto Finocchio - Il consorzio di bonifica, viste le criticità passate, non può permettersi di affrontare da solo questo investimento e ha assolutamente bisogno del sostegno delle istituzioni - ha concluso - Non solo le aziende agricole, la siccità coinvolge tutto il settore con un impatto economico e occupazionale devastante se non si hanno i prodotti da trasformare e commercializzare".