Affitti brevi: in Abruzzo una struttura su quattro non in regola

Secondo i dati del Ministero del Turismo, ad oggi, delle 10.769 strutture registrate, 8.183 strutture (75%) sono regolari mentre il 25% non ha ancora richiesto il codice identificativo

Affitti brevi: in Abruzzo una struttura su quattro non in regola

Malgrado il decreto che dispone che qualsiasi unità immobiliare destinata alla locazione turistica debba munirsi del CIN, ovvero il Codice Identificativo Nazionale, specifici dispositivi di sicurezza e la presentazione al Comune di appartenenza della Segnalazione Certificato di Inizio Attività (SCIA), sia in vigore da 10 giorni in Abruzzo 1 struttura su 4 (25% circa) è ancora fuorilegge. Un dato che fotografa un ritardo anche rispetto alla media nazionale per la quale tale proporzione si riduce a 1 su 5.

 
In Abruzzo infatti secondo i dati del Ministero del Turismo, ad oggi, delle 10.769 strutture registrate, 8.183 strutture (75%)  sono regolari mentre il 25% non ha ancora richiesto il codice identificativo. “Nel dettaglio – osserva l’avvocato Gennaro Sposato di Rödl & Partner, colosso della consulenza legale e amministrativa presente in 50 paesi nel mondo tra cui l’Italia – a L’Aquila, dove sono stati rilasciati 2113 CIN su un totale di 2713 strutture registrate, il 22% delle strutture ancora irregolare; così come a Pescara dove i CIN sono 1.581 su 2.057 strutture registrate (23% di inadempienti). Chieti conta 2.293 CIN rilasciati su 2.956 location registrate (22,5 % inadempienti), mentre grava sulla regione il ritardo di Teramo dove su 3.043 strutture 2.196 sono regolarizzate e il 28% è quindi ancora fuorilegge”. A queste peraltro vanno aggiunte quelle completamente abusive non registrate nei sistemi circa le quali non vi è un dato che non sia una generica stima.

 Accertamenti sono in corso, come raccontano le cronache locali, in tutta Italia con controlli che toccano grandi città così come piccoli borghi. Per quanti saranno accertati irregolari scattano ora le sanzioni che “per un immobile privo del CIN possono arrivare a 8mila euro – spiega l’avvocato Sposato – mentre la mancata esposizione è sanzionata con una pena pecuniaria che va da 500 a 5mila euro. L’assenza di estintori e rilevatori obbligatori è sanzionata con una multa che può arrivare fino a 6mila euro, ma attenzione – ammonisce l’avvocato – per violazione accertata. L’insussistenza dei requisiti di sicurezza obbligatori è poi sanzionata secondo le disposizioni regionali o statali”