“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Aeroporto. Taxi in guerra
Il sindaco di Chieti scrive alla Regione: «Tassisti di Chieti danneggiati. Intervenire!»
UMBERTO E I TAXI. Ma il sindaco di Chieti, Umberto Di Primio, lo prenderà mai il taxi? Probabilmente, a giudicare dalla sua indignazione, no. Il primo cittadino teatino ha infatti denunciato “il gravissimo ritardo” e la “condotta omissiva della Regione” rispetto alla regolamentazione - a suo dire necessaria - del servizio taxi all’interno dell’'Aeroporto d’Abruzzo. Diciamo subito che da tempo l'Aeroporto è un po' una "terra di nessuno" per quanto riguarda i taxi, in quanto se lo litigano sia i tassisti di Pescara che quelli di Chieti. Bisogna anche ricordare che l'Aeroporto sorge in una sorta di territorio neutro, cioè Sambuceto alias San Giovanni Teatino, che è in provincia di Chieti - questo è innegabile - ma è anche una sorta di prolungamento di Pescara. E siccome Di Primio non ci sta, ha inviato una lettera al governator Chiodi e all’Assessore Regionale ai Trasporti, Morra, affinché vengano "predisposti tutti gli atti necessari per un corretto funzionamento del servizio" e non venga "negato ulteriormente ai tassisti teatini il diritto di lavorare".
UN NUOVO SCIOPERO DELLA FAME? Non vorremmo che il sindaco fosse costretto ad avviare, dopo quello attuato contro la soppressione della Provincia di Chieti, un altro sciopero della fame per protestare contro questa ingiustizia. Ma leggiamo le sue parole di fuoco rivolte a Gianni e Giandonato: «Con vero rammarico mi vedo costretto, per l'’ennesima volta, preso in giro dall'’Amministrazione Regionale, ad inviarvi questa mia per denunciare il gravissimo ritardo e la condotta omissiva della Regione, rispetto alla necessaria regolamentazione del servizio taxi all’interno dell’Aeroporto d’Abruzzo». Di Primio parla di «soprusi (addirittura?!, ndr) cui sono soggetti quotidianamente i tassisti di Chieti», denunciando «il disservizio per i cittadini, nonché l’aggravio di costi per l’utenza, nascenti, è bene ribadirlo, dalla non decisione della Regione».
E IO VI DENUNCIO. L'affondo finale del sindaco è più che evidente: il sindaco, infatti, ricordando di essere anche un avvocato, parla chiaramente di «una azione giudiziaria che non esiterò a porre in essere se non verranno adottati, entro il termine di sette giorni dal ricevimento di questa mia, tutti gli atti necessari affinché vi sia un corretto funzionamento del servizio taxi all’interno dell’aerostazione e non venga negato ancora ai nostri tassisti il sacrosanto diritto di lavorare». Chiodi e Morra sono avvisati. Umberto è "inferocito" e sembra proprio voler fare sul serio.
Marco Sette