“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
A Modena la personale di "Frisco" alter ego di Ciancabilla
La galleria Emilia Ruvida ospiterà lavori vecchi e nuovi dell'artista accusato dell'omicidio di Francesca Alinovi, la professoressa del Dams trovata morta in casa a Bologna
Apre i battenti oggi a Modena la personale di Frisco, alter ego artistico di Francesco Ciancabilla. La galleria Emilia Ruvida ospiterà lavori vecchi e nuovi dell'artista. Bianco e nero in quantità, colori primari al neon stemperati nei pastelli o monocromaticità rigorosa, la lezione americana è stata ben digerita e assimilata, il linguaggio è forte, impattante, niente sussurri, a volte schiaffi, la luce si fa abbaglio doloroso da mezzogiorno equatoriale, flash di paparazzo. Oggi è al centro dell'attenzione la sua produzione artistica ma il suo nome è stato a lungo legato alle vicende di cronaca di qualche anno fa. Condannato per l'omicidio di Francesca Alinovi, pur essendosi sempre dichiarato innocente, e dopo anni di latitanza in Brasile e Spagna, è oggi un uomo libero. Enfatista nella Bologna underground degli anni ottanta, precursore del graffitismo in Italia, intimo dei grandi della pop art, ritrae gente di strada, homeless, gente dei margini, soggetti deboli. Non più ciuffo e look new wawe come nelle foto pubblicate dai giornali nel periodo successivo alla morte di Francesca, quasi a voler sottolineare una sua "diversità" che inevitabilmente diviene indizio di colpevolezza. Oggi ha l'aria di un maturo globetrotter pronto a raccontarsi tra storie neworkesi e aneddoti di viaggio. Dopo anni di silenzio ed interruzione dell'attività pittorica Frisco torna finalmente ad esporre. Nello scorso anno il Circolo Aternino di Pescara ha ospitato una sua personale. L'uso di una mascheratura in carta gommata, gli spazi di tela lasciati bianchi, possono ricordare a tratti le opere di Bansky: il grafismo della linea è chiara eredità della street art, ma qui la semplicità a tratti diviene iconica, la pulizia della tela rarefazione, il soggetto non è più nel contesto, sospeso davanti a Frisco, avvolto dal suo sguardo. Primi piani invasivi, distanze ravvicinate che indugiano sui particolari, la curiosità dell'artista diventa vicinanza emotiva, raccontandoci la difficile storia di un uomo fatta di mondi, viaggi, volti, libertà possedute e negate, la voglia di entrare nel mondo e scavare, conoscere e nutrirsene.
Tara Scarinci