“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
3 nuove sale operatorie nell'ospedale di Sulmona. Ma i manifestanti...
Si estendono su una superficie di 540 mq, con impianti per il monitoraggio del microclima e gas anestetici. Oggi l'inaugurazione con il sindaco, D'Alfonso e Paolucci. Striscioni per il punto nascita
A SULMONA SI FA SUL SERIO. La senatrice Paola Pelino aveva parlato di "passerelle politiche", ma a giudicare da ciò che si è visto questa mattina viene voglia di dire che "qua non si scherza mica". Tre nuove sale operatorie, due per l'attività ordinaria e una terza per interventi d'urgenza, su 540 metri quadri, con due dei tre ambienti schermati per consentire di effettuare esami di diagnostica senza andare in Radiologia sono state inagurate nell'ospedale di Sulmona.
IL COSTO. Le sale sono costate circa 3 milioni e 500mila euro. Oltre al blocco operatorio è stata realizzata un'area di 200 metri quadri per la sterilizzazione di strumenti chirurgici e altro materiale. E' stato inoltre realizzato un impianto che assicura il monitoraggio di parametri microclimatici, gas anestetici e polveri sottili, garantendo le massime condizioni di sterilità e sicurezza durante gli interventi.
D'ALFONSO CONTESTATO PER IL PUNTO NASCITA. All'inaugurazione erano presenti il presidente della Regione Abruzzo, Luciano Faraone D'Alfonso, e l'assessore regionale alla Programmazione sanitaria, Silvio Paolucci, con il sindaco Annamaria Casini e il manager della Asl Rinaldo Tordera a fare da padroni di casa. Non è stata, tuttavia, solo una giornata di festa: D'Alfonso ha infatti trovato ad accoglierlo, all'ingresso, alcuni manifestanti con striscioni a difesa dell'ospedale e del punto nascita, a dimostrazione che in Valle Peligna la protesta su tale argomento non si è ancora sopita. Chiaramente la cerimonia di questa mattina aveva anche l'obiettivo di dimostrare che la Regione non abbandona la sanità sulmonese e anzi ci punta ancora molto; d'altro canto, però, rimane ancora in piedi la questione legata, appunto, a chi non vuole rinunciare a partorire nel capoluogo ovidiano. Attendiamo sviluppi.
Redazione Independent