Via libera dal Governo Meloni all’autonomia differenziata

Approvato a maggioranza dalla Camera dei Deputati il DDL Calderoli. Critiche aspre dall’europarlamentare Palmisano (M5S): “La maggioranza ha svenduto l’unità nazionale”

Via libera dal Governo Meloni all’autonomia differenziata

"Con l’ok all’autonomia differenziata questo governo ha definitivamente svenduto una parte dell’Italia. Lo ha fatto col favore delle tenebre e vedere alcuni parlamentari eletti al Sud festeggiare questo scempio restituisce la misura di quanto scarso sia il loro senso di responsabilità verso i propri elettori e concittadini. Autonomia differenziata significherà per le regioni più in difficoltà tagli lineari alla sanità, all’Istruzione, ai servizi. In poche e amare parole: meno diritti. Hanno definitivamente affossato il Sud e lo rivendicano. Questa riforma mina il principio di solidarietà e unità nazionale, continueremo a contrastarla in aula e nelle piazze!" è quanto afferma in una nota Valentina Palmisano, neo eletta al Parlamento europeo con il Movimento 5 stelle nella Circoscrizione Sud.

 

In cosa consiste il DDL Calderoli?

Il disegno di legge sull’Autonomia differenziata, approvato dalla Camera dei Deputati con con 172 sì 99 voti contrari e 1 astenuto - definisce le intese tra lo Stato e le Regioni a statuto ordinario che facciano richiesta dell’applicazione di tale autonomia, previa consultazione degli Enti locali. È una legge procedurale, quindi, volta a dare attuazione alla riforma del Titolo V della Costituzione, introdotta nel 2001. Il disegno di legge, così come presentato dalla Lega, a firma del ministro per gli Affari regionali e le autonomie Roberto Calderoli, prevede per le Regioni possano richiedere l’autonomia differenziata su 23 materie specifiche. Tra le 23 materie che possono essere oggetto di autonomia differenziata ci sono la salute, l'istruzione, lo sport, l'ambiente, l'energia, i trasporti, la cultura e il commercio estero. Quattordici di queste sono definite come Livelli essenziali di prestazione (LEP), su cui Stato e Regioni devono garantire standard minimi su tutto il territorio nazionale, per evitare che nel Paese si verifichino disparità nell’erogazione dei servizi essenziali. La concessione dell'autonomia è subordinata alla definizione dei suddetti LEP e alla disponibilità di risorse finanziarie. La definizione dei LEP è competenza dello Stato, che deve provvedere entro 24 mesi dall'entrata in vigore del disegno di legge. Il disegno di legge prevede inoltre una clausola di salvaguardia che consente al governo di intervenire nei confronti di Regioni, province e Comuni inadempienti o in situazioni di pericolo per la sicurezza pubblica, specialmente per garantire i LEP sui diritti civili e sociali.