Thomas Luciani assassinato con 25 coltellate

Il 16enne di Rosciano era fuggito da una comunità di recupero. Aveva un debito di droga di 250 euro

Thomas Luciani assassinato con 25 coltellate

Di Thomas Luciani, quasi 17enne, una vita difficilissima, cresciuto senza genitori e con l’amore puro ma incompleto di una nonna, ci resta soltanto l’immagine impressa sulla carta di identità: occhi scuri, tanti capelli, uno sguardo imbronciato. Ora il suo giovane corpo, martoriato da 25 coltellate e sevizie assurde, si trova presso l’obitorio di Pescara a disposizione della magistratura pescarese che indaga sul suo omicidio, avvenuto nella giornata di domenica scorsa, al Parco Baden Powell di Pescara. Per questa atrocità, che ha sconvolto la nostra città e che, adesso, si interroga su cosa stia accadendo nell’universo dei nostri figli adolescenti, sono stati fermati due giovanissimi di famiglie perbene, liceali 16enni: il figlio di un Carabiniere del Pescarese e quello di un noto avvocato che ora si trovano nelle carceri minorili di Roma e L’Aquila. Per entrambi ci sono indizi di gravissima colpevolezza, si accusano mentre le indagini della Squadra Mobile vanno avanti a decifrare nei dettagli la dinamica del delitto. Si è appreso che a rivelare il ‘fattaccio’ sia stato un altro ragazzino, appartenente a quel gruppo, forse una delle tante ‘baby gang’ che, ahinoi, circolano per le strade della nostra città. Comprensibilmente sconvolto ha avvisato un genitore che, a sua volta, ha consentito di ritrovare il corpo senza vita del sedicenne, occultato tra le sterpaglie dietro al campo di calcetto del parco, telefonando ai carabinieri. La ricostruzione dei fatti è assolutamente da brividi. Si parla di un debito di droga di poche centinaia di euro (2/300 euro). Si racconta di un agguato con l’inganno studiato per attirare la vittima e, quindi, poi di violenze feroci: una sigaretta spenta sul volto e tante coltellate (25 secondo una ricostruzione) prima di nascondere il suo cadavere ed andare al mare, in uno degli stabilimenti del centro di Pescara, a disfarsi del coltello da sub ma anche a fare il bagno. Senza paura, senza pensare a ciò che era accaduto, dopo aver ucciso a sangue ‘gelido’ un coetaneo. A noi che scriviamo questa storia fa veramente paura tuttavia è chiaro che bisogna andare a fondo per decifrare tutte le dinamiche, passive e attive, di questo mondo tardo adolescenziale che è indecifrabile agli adulti ma anche per loro, che non lo sono ancora prima nella mente e poi nel corpo. I molti pericoli del mondo ‘contemporaneo’ e che arrivano anche attraverso i social e i media nelle ‘soluzioni’ veloci per superare i disagi e i vuoti malesseri del quotidiano, devono essere trattati in modo sistemico dalla nostra società in ‘corto circuito’ sotto molteplici punti di vista. A partire dal nostro sindaco Carlo Masci che dovrebbe immediatamente indire una o più giornate di lutto, sospendere tutti i divertimenti, le manifestazione e gli spettacoli previsti, invitare tutta la comunità ad una riflessione pubblica penitente e colpevole. Perché in questa brutale violenza abbiamo perso tutti, non solo i carnefici e più di tutti la vittima strappata alla vita troppo presto e male.